Lieyu Township Local Cultural Museum fu aperto nel giugno del 2006, ed occupa l'edificio che precedentemente ospitava il municipio. Si trova nel centro di Jīnmén Minore - 小金門, vicino a Bādálóuzǐ - 八達樓子, la torre Bada. Si tratta di un'esposizione su due piani di vari reperti culturali rinvenuti nell'isola che raccontano la storia di questo piccolo territorio e dei suoi abitanti. Il museo di per sé è piccolo, circa 1000m2, e nel panorama dei tanti musei di Kinmen è riuscito a ritagliarsi un suo spazio. 
Come prima cosa perché è l'unico che faccia riferimento in particolare a Jīnmén Minore - 小金門; poi vengono trattati storia e cultura attraverso un punto di vista che definirei "personale". Più che di grandi eventi e famosi personaggi, gli oggetti quotidiani che il museo ci mostra narrano la vita di di persone comuni nel loro quotidiano, attraverso le epoche. Uno sguardo talvolta naif, carico di nostalgia, ma nel contempo caldo ed avvolgente, come l'abbraccio della madre terra alle sue genti, le cui semplici ma importanti esistenze furono più e più volte travolte dagli eventi nel corso dei secoli.
Il secondo piano poi ospita opere, soprattutto pittoriche, realizzate da contemporanei provenienti sia da Kinmen che da Taiwan. Nessun Monet, ma anche in questo caso scorci di un mondo fissati per sempre su tele da occhi che rimandano alla semplicità delle esistenze dei locali: tecniche non elaborate, colori tenui, talvolta oscuri, tratti morbidi.
Il museo è dotato inoltre di una sala per incontri, presentazioni, ecc. Vi si tengono anche corsi per imparare diverse attività e di formazione culturale. È possibile vedere filmati che introducono il visitatore al museo ed ai suoi contenuti.
All'entrata, per seguire l'ordine cronologico, si deve andare a sinistra. Si parte con la sezione che storicamente riguarda il periodo delle ultime dinastie. Dalle antiche monete cinesi, i Gubi, ai raffinati monili e gioielli in argento, giada ed oro. 
Sulla parete sono appesi diversi abiti della dinastia Qing; 
vestiti di gente comune, non particolarmente raffinati ma originali, ed oggetti di uso quotidiano come scatole, cinture, porta gioie e le famose mini scarpe da donna per piedi fasciati. Come detto, l'esposizione presenta numerosi oggetti d'uso quotidiano attraverso i quali è possibile comprendere come vivevano gli abitanti di quelle terre. 
Nelle vetrine possiamo infatti ammirare gli immancabili piatti e vasellame in ceramica, utensili da cucina e da lavoro in metallo, legno ed osso (per la pesca ad esempio). Recipienti per il riso, ma anche i primi bollitori in metallo e ferri da stiro alimentati a carbone.
Affascinanti le vetrine con vecchi grammofoni, giradischi, LP in vinile di artisti locali che arrivano ad occhio e croce fino ai primi anni '80; televisori in bianco e nero a tubo catodico ed i contenitori per le pizze dei proiettori nei cinema. A tal proposito, appena entrati nel museo, ci si ritrova d'innanzi una vecchia macchina per la riproduzione delle pellicole nei cinema, probabilmente degli anni '50, ed altro materiale simile.
Tornando un po' indietro nel tempo, a partire dal 1800, in altre stanze troviamo una rassegna di mobili, fra cui un originale letto a baldacchino, cassettiere, scrivanie, sedie, specchiere, macchine da cucire giapponesi, e poi valigie, scatole e borse che non potevano mancare ai protagonisti della diaspora locale. 
In certi momenti durante la visita si ha la netta impressione che manchi lo spazio; gli oggetti paiono un po' troppo compressi, talvolta si fatica a capire a quale si riferisca una certa etichetta, e gli utensili agricoli ammassati in un corridoio assieme a vecchie biciclette arrugginite meriterebbero forse migliore collocazione.
Una sala presenta una collezione di recipienti d'uso comune nel secolo scorso: vasi, giare, otri, secchi, contenitori per il riso, ma anche bottiglie in vetro per birra e liquori risalenti soltanto a qualche decennio fa. Più in là attrezzi in legno, selle per il trasporto di merci e uomini, staffe, mortai in pietra, aratri, attrezzi per la pesca, un abaco ed anche qualche oggetto non identificato.
Tra le curiosità spicca uno Shīgǎngdān - 石敢當, stele in pietra raffigurante il dio leone del vento; realizzato in granito, le scritte frontali sono ormai quasi completamente scomparse, usurate dagli agenti atmosferici. Pare comunque piuttosto antico e comunque si tratta di un ritrovamento interessante perché gli Shīgǎngdān - 石敢當 sono più rari delle statue a guisa leonina, soprattutto a Jīnmén Minore - 小金門, dove quello del museo potrebbe in effetti essere l'unico esemplare.
Sempre a proposito del dio leone del vento, nel museo si trovano alcune rare terrecotte di un'altra forma minore, quelle metà leone e metà uomo, dove quest'ultimo rappresenta una fra le seguenti figure mitologiche: Chī Yóu (蚩尤), Shēn Gōng Bào (申公豹), Huáng Fēi Hú (黃飛虎). Probabilmente introdotti durante la dinastia Qīng (清朝), essi si trovavano originariamente sui tetti delle case, con una funzione di protezione delle stesse. Il materiale non particolarmente resistente e le bombe ne hanno fatto strage, e ad oggi sono pochi gli esemplari rimasti nell'intero arcipelago.
Altra primizia, un antico cannone in pietra della dinastia Ming, il quale fu ritrovato su di una spiaggia di Jīnmén Minore - 小金門 qualche decennio fa.
Un'altra sezione del museo poi si rivela una piacevole scoperta, soprattutto agli occhi del visitatore occidentale. C'è infatti una sala dedicata al culto degli antenati delle storiche famiglie dell'isola. Altari con le loro pale in legno, statuette votive, vasi per bruciare l'incenso e candelabri in bronzo, portantine per trasportare reliquie o divinità, armadietti, tutto finemente lavorato. La magnificenza rende bene l'idea di quanto importante sia per la gente del luogo il culto degli antenati e la religione in genere.
Infine abbiamo il periodo della guerra civile e della legge marziale, ancora molto vivo nei ricordi degli abitanti, e che è presente con una sala al primo piano, cronologicamente l'ultima. In essa, oltre ad un essenziale racconto degli eventi, trovano spazio oggetti comuni dell'epoca, che noi potremmo oggi definire vintage. Lampade da campo, telefoni in bakelite, molto materiale bellico fra cui documenti, bandiere, insegne, divise e diverse fotografie dal sapore propagandistico che non possono non lasciare un velo di tristezza.
Un lato sicuramente positivo è che il museo, come tutti a Kinmen, è gratuito ed è possibile prenotare un tour guidato. L'aspetto negativo è che, al 2017, in tutto il museo l'unica scritta in inglese presente era No smoking. Senza conoscere il mandarino, oppure avere qualcuno a fianco che traduca per voi, sarà alquanto difficile godere appieno di quanto il museo offre. Ciò include anche il materiale video. Un piccolo appunto è che forse il materiale esposto al secondo piano, le opere di artisti contemporanei, mi sembrano personalmente un po' avulsi dal resto dell'esposizione, forse sarebbe stato meglio collocarlo in altra sede. Trovate tutte le foto del museo al seguente link: https://www.kinmen.tk/index.php?/tags/701-lieyu_county_culture_museum
