Dèng Chángshòu yánglóu - 鄧長壽洋樓 | Kinmen Rising Project

Dèng Chángshòu yánglóu - 鄧長壽洋樓

flickr-38293351814.jpgDèng Chángshòu yánglóu - 鄧長壽洋樓 è un edificio in stile occidentale fra i più imponenti. Si trova a Hòupǔ - 後浦 / Jīnchéng - 金城, accanto a Qiū Liáng Gōng residence - 邱良功古厝, in pieno centro città.
Hòupǔ - 後浦, l'insediamento più antico dell'arcipelago, prese forma a partire dalla fine della dinastia Yuan (1271 - 1368). I primi clan a stabilirvisi furono Xǔ - 許氏 e Chén - 陳氏, con il primo che divenne il nucleo familiare più numeroso (4000 unità) durante la dinastia successiva, la Ming.
Della famiglia di Dèng Chángshòu - 鄧長壽, il padrone dell'edificio, non sappiamo invece nulla, se non che non si tratta di uno dei clan più numerosi di Kinmen; tale cognome non è infatti molto diffuso in loco.
flickr-39009019581.jpgLa costruzione risale al 1921, e venne realizzata grazie alle rimesse del suo proprietario, espatriato a Singapore. Stranamente, su di un lato si trova però la scritta 1934; forse si tratta della data di completamento di un successivo restauro o aggiunta di qualche altro elemento alla struttura. Nel 1960 comunque i militari ne presero possesso e la adibirono a luogo deputato ad ospitare gli ospiti di un certo riguardo, stranieri e non, tra cui alcuni presidenti della Repubblica di Cina. In quell'occasione essa divenne pertanto la prima guest house di Kinmen. Sotto il Comitato d'Amministrazione di Kinmen, composto da un amministratore, due operai e due cuochi, venne ribattezzata 浯江中心, ovvero Centro Wújiāng, dal nome del corso d'acqua che scorre nel villaggio. Successivamente pare sia stato affittato a dei lavoratori stranieri, per poi divenire un ostello, ma ora si trova in completo stato di abbandono, come purtroppo molti altri edifici analoghi.
flickr-39009051571.jpgflickr-27231581379.jpgLa facciata, introdotta da un ampio spiazzo, si presenta imponente. L'edificio è di un bianco abbagliante, che lo fa risaltare rispetto alle altre case intorno. I muri sono molto scrostati, diverse finestre mostrano vetri rotti; anche gli infissi sono malridotti e l'intonaco caduto lascia intravedere i mattoni sottostanti. Ovunque la vegetazione, dalla semplice erba agli alberi, si sta impadronendo della struttura. I cespugli crescono sui cornicioni, ma il lato più compromesso è quello posteriore, dove un grande albero si staglia dal cortile interno verso il tetto. Quest'ultimo, costituito da un'intelaiatura ed alcune lamiere, è completamente diroccato, non protegge più dagli elementi naturali; non è originale, fu aggiunto presumibilmente intorno agli anni '80, con uno scopo sicuramente più funzionale che non estetico. flickr-24145260587.jpgInfatti è orribile. L'accesso all'interno è inibito, probabilmente anche per motivi di sicurezza, essendo la struttura abbastanza pericolante; si può supporre che pavimenti, soffitti ed elementi in legno si trovino in pessime condizioni. Non possiamo quindi sapere se in loco vi si trovino ancora mobili, suppellettili ed altro. Secondo quanto riportano le fonti, l'edificio di due piani presenterebbe un atrio centrale e quattro stanze laterali, mentre al piano superiore si troverebbero due ampie camere da letto.
I fasti di un tempo sono rimembrati dalle decorazioni della facciata, che per fortuna hanno fino ad ora resistito. Si possono notare alcuni stucchi di carattere floreale sui cornicioni, e fregi sui capitelli dei pilastri all'entrata, ma è soprattutto la parte apicale dell'edificio a presentare ornamenti degni di nota. flickr-25138718688.jpgSopra al cornicione più alto, un muretto a guisa vagamente di stile orientale, delimitato da due corti pilastri, è stato scolpito con figure floreali ed una fenice al centro; sopra di essa, si nota la testa di un leone circondata da una ghirlanda. Ancora più in alto, il residuo di quello che poteva essere un fiore di pruno. Ove si trova la precedentemente citata scritta 1934, possiamo anche vedere la figura di un putto, che presenta ancora parte del colore originale, il rosa.

Al visitatore apparirà paradossale (ma non a chi frequenta Kinmen con una certa assiduità) che uno fra gli edifici più nobili dell'arcipelago, che ospitò personalità d'alto borgo, tra cui politici di primo ordine, ufficiali d'alto rango e chissà chi altro, si ritrovi ora ridotto ad uno scheletro. Perché se gli elementi ne hanno fiaccato la resistenza, e le sabbie del tempo segnato l'aspetto, ciò che duole realmente è lo stato d'incuria ed abbandono in cui l'uomo lo ha lasciato. Privato della cura, delle sue storie, della sua nobiltà, l'uomo lo ha anche privato della sua anima.

Fonti: http://blog.xuite.net/apex.cheng/wretch/398734171-後浦++鄧長壽洋樓
http://nrch.culture.tw/twpedia.aspx?id=8815
http://papilio0204.pixnet.net/blog/post/1465243

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