Nell’estremo est dell’isola di Kinmen Maggiore si trova una località chiamata 田埔 Tiánbù. Situata su di un promontorio, essa separa e controlla due ampie baie, perciò l’insediamento è piuttosto antico. Oggi ridotto a poche case, la sua importanza strategica è rivelata dai resti delle antiche mura di cinta, costruite durante la dinastia Ming per difendersi dai pirati giapponesi. Pare addirittura che centinaia di anni fa il promontorio fosse un’isola, raggiungibile solo via mare, prima che venisse costruito il vicino bacino idrico e l’adiacente strada.
Arroccato, per definire il luogo, è un termine alquanto azzeccato: dall’alto esso può controllare lo strategico bacino d’acqua Tianpu Reservoir, a cui affluisce il torrente Qianpu. Soprattutto però esso è stato sottoposto ad una grande opera di fortificazione da parte dell’esercito nel corso degli anni. L’intero promontorio è stato trasformato in un fortino inespugnabile, circondato da mura di difesa, che ricalcano parzialmente il percorso delle antiche mura, bunker, casematte, trincee. In parte in cemento armato, in parte in pietra e calce. Un’opera impressionante che da un lato ha pesantemente modificato il paesaggio, dall’altro ha contribuito alla protezione del piccolo insediamento da attacchi soprattutto ad opera dei commando nemici. Le fortificazioni sono così estese che raggiungono la spiaggia del vicino insediamento di Dàdì – 大地. D’altro canto le coste sabbiose che affiancano 田埔 Tiánbù costituiscono un vero e proprio invito a nozze per un’incursione anfibia.
Mentre il complesso di 田埔 Tiánbù è interamente interconnesso al di sotto o in superficie, è difficile supporre una connessione sotterranea sino agli edifici militari che si trovano a Dàdì – 大地.
Le spiagge intorno al promontorio sono protette da file di ostacoli antisbarco e denti di drago; in tempo di guerra anche mine. Dalla foce del succitato torrente, dove si trova un imponente bunker in cemento e pietre, le mura difensive (o quel che rimane) girano intorno al promontorio sino alla spiaggia di Dàdì – 大地. Nella parte più settentrionale il promontorio declina verso il mare; erigere mura era impossibile, pertanto quella punta rocciosa, ove è comunque più difficile sbarcare, è costellata di trappole per i soldati nemici: spuntoni di ferro e cocci di vetro fissati agli scogli, filo spinato o elettrificato. Il declivio è comunque protetto sulla sommità da una cinta muraria non collegata alla precedente, casematte e postazioni di tiro. Ad un livello leggermente inferiore, ad ovest, si trova una trincea / camminamento che correndo parallela alla costa, sovrasta la prima serie di mura. Il camminamento gira intorno ad un padiglione a pianta esagonale che si trova proprio sotto la prima casamatta della seconda cinta muraria. Proprio in quel punto, mancando la continuità fra i due tratti di muraglia, i nemici che fossero riusciti a sbarcare avrebbero potuto penetrare le linee difensive, ammesso di riuscire ad evitare il fuoco della casamatta. La trincea comunque sembra grande abbastanza per permettere il transito di rapidi veicoli leggeri per portare velocemente le truppe in caso di attacco. In superficie quelle che una volta erano trincee, ora sono passaggi pedonali. Da notare che le casematte più vecchie sono raggiungibili solo allo scoperto, come si può vedere in alcune fotografie. Le mura si interrompono nuovamente all’incontro di un passaggio che da un parcheggio per carri armati porta fino ad una piccola spiaggia con qualche scoglio. IL terzo breve tratto di muro si interrompe in prossimità di una casamatta, forse crollato o mai costruito. Da tale casamatta parte una trincea fortificata, sempre al di sopra del declivio, la quale, interrotta soltanto da una stradina, arriva sino al complesso fortificato più orientale dell’isola. Ancora protetta da vecchie strutture difensive, si trova una stazione della guardia costiera, con tanto di radar. Le mura, in parte coperte dalla vegetazione, seguono poi il profilo del promontorio verso sud ovest, fino ad un’area dove sembra spariscano. Sembra che da quelle parti si trovi un canale di scolo, forse per questo motivo si interrompono. Un nuovo tratto ricompare poco più a sud, dopo una strada che dal centro abitato porta alla costa, in quella zona rocciosa, dove stanziavano dei carri armati. Dalla stazione della guardia costiera sino alla spiaggia di Dàdì – 大地 la costa è rocciosa, impossibile sbarcarvi e poi percorrere un lungo tratto allo scoperto, sotto il fuoco nemico; forse per tale motivo le mura si interrompono per un tratto. Inoltre, sotto le mura antiche corre una strada ad esse ed alla costa parallela, dove i carri armati si potevano posizionare per fare fuoco contro gli invasori dal mare. Probabilmente alcuni vi stazionavano stabilmente, ci sono ancora i parcheggi. Prima della spiaggia di Dàdì – 大地, praticamente a ridosso degli scogli, si trovano delle strane strutture in cemento armato di forma quadrangolare, che con l’alta marea vengono sommerse. Sono alte solo qualche decina di centimetri dal suolo. Un’ipotesi è che si tratti della base di edifici poi mai costruiti in quanto troppo vicini al mare, ma il mistero rimane. Da laggiù il muro difensivo prosegue verso l’entroterra, sino all’unica strada d’accesso al villaggio. Un successivo tratto di muro pare partire da un gruppo di abitazioni leggermente a nord ovest, per poi perdersi nella boscaglia sino alla foce del torrente Qianpu, da cui siamo partiti. Da fotografie aeree si può intuire il percorso e la presenza di qualche postazione di tiro.
Il nucleo vero e proprio del villaggio era invece protetto interamente da una cinta interna rispetto a quella costruita dall’esercito, di forma circa quadrangolare e più elevata, che comprendeva la celebre porta dell’est, che ancora oggi permette l’accesso dal mare ad est appunto. Dalla parte opposta, ad ovest, si trovava l’altra entrata, da cui oggi si può raggiungere il primo bunker a guardia della foce sottostante.
A completamento della difesa, vi erano anche le postazioni contraeree sparse in giro.
Nella fotografia a fianco si possono vedere i resti di quello che era l’ufficio del comandante della guarnigione. Anche la sala intrattenimento per la truppa, chiamata 中山室 – Zhongshan room, dovrebbe essere ancora in piedi. Dal villaggio una volta si accedeva al complesso dell’osservatorio militare 772, ma ora le entrate sono state tutte sigillate, come anche i bunker. Al di sopra pare vogliano costruire una piattaforma panoramica.