Kinmen Rising Project Kinmen – JīnMén – Quemoy: Breve Introduzione, locazione e cenni storici – 金門介紹

Kinmen – JīnMén – Quemoy: Breve Introduzione, locazione e cenni storici – 金門介紹

Kinmen – 金門 (JīnMén – Jin1Men2 in pinyin), è un piccolo arcipelago che si trova nello Stretto di Taiwan, a pochi chilometri dalle coste della Cina, precisamente dalla provincia di Fujian.

E’ costituito da due isole principali, Kinmen Maggiore 大金門 e Kinmen Minore 小金門 o Lièyǔ, più una serie di scogliere ed isolotti vari. Conta circa 85.000 abitanti.


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A causa della sua posizione geografica Kinmen ha una grande rilevanza storica. Fu occupata sin dalla dinastia Song, e poi durante le dinastie Ming e Qing (清朝). Tuttavia i primi insediamenti umani risalgono ad un periodo che va da 5800 ad 8000 anni fa; si trattava prevalentemente di popolazioni di raccoglitori di frutta, pescatori e cacciatori appartenenti alla cultura neolitica di Fuguodun, della Cina sud orientale. Nel corso del 19° secolo divenne residenza di numerosi cinesi espatriati, che tornarono dopo aver fatto fortuna in varie parti del mondo, soprattutto nel sud-est asiatico.
Negli ultimi 50 anni, è stata teatro della guerra civile fra i comunisti della Cina Popolare e gli esuli del Kuomitang, rifugiatisi a Taiwan. Rimase un fronte caldo sino agli anni ’90, costretta in un isolamento che se da un lato ha costretto gli abitanti a forti privazioni della propria libertà individuale, ha forse contribuito anche al mantenimento della propria cultura. La guerra, la sua posizione geografica, la geologia e la natura, il retaggio della cultura fujianese, la contro immigrazione degli esuli ne hanno fatto una locazione unica.

Nel 2001 iniziarono i collegamenti diretti con Xiamen, la città costiera cinese che si affaccia sullo Stretto di Taiwan. Ciò ha portato ad un incremento dei traffici, prima della guerra comunque fiorenti, con il continente ed ha permesso l’avvento di un’industria turistica che porta numerosi Cinesi ad utilizzare Kinmen come primo approdo di tour volti a visitare l’isola di Taiwan, oltre che alla visita della stessa Kinmen.

Oltre all’isola principale, come detto, l’arcipelago è costituito da isole, isolotti e scogliere. 15 sono le principali, tra cui ricordiamo, oltre a Kinmen Minore o Lièyǔ, Dàdāndǎo – 大膽島, èrdāndǎo – 二膽島 a sud ovest, le isole Wūqiū o Wuciou – 烏坵 costituite da Ciou Maggiore e Minore, situate a nord est verso l’arcipelago delle Matsu (Mǎzǔ – 馬祖列島), parecchio distanti dall’isola principale di Kinmen, e facenti appunto parte della “township” di Wuciou (tradotto Collina Nera).
Kinmen map
Source: http://upload.wikimedia.org

   In totale la superficie dell’arcipelago ammonta a circa 150 Km. quadrati.
L’isola principale ha la forma di un osso per cani, o di una farfalla: stretta al centro ed allargata ad ovest ed est.
 

Il periodo dinastico

Nel corso della dinastia Jìn – 晋朝 (265–317 a.C.), a causa dei numerosi conflitti sei clan abitanti delle pianure centrali dell’impero fuggirono a Kinmen, dove si stabilirono. I loro nomi erano Su, Chen, Wu, Tsai, Lu e Yan (i nomi non sono in pinyin e non ho idea di quali fossero quelli originali in cinese)

Jin dinasty
Source: http://upload.wikimedia.org

Nel corso della dinastia Tang venne incentivata la migrazione, e divenne un centro per l’allevamento dei cavalli all’interno del distretto di Quanzhou. Chén Yuān – 陳淵 vi giunse nell’anno 803, con la qualifica di Supervisor-General of Royal Equines (牧馬監). Fu proprio tale attività di allevamento a contribuire allo sviluppo dell’arcipelago, e pertanto gli abitanti per gratitudine commemorano ancora oggi il suddetto Chén Yuān – 陳淵 che ha un tempio a lui dedicato, chiamato 豐蓮山牧馬侯祠. Durante la dinastia Song il governo fece costruire dighe e sbarramenti e la assegnò alla contea chiamata Tóng ān – 同安. Fu quello un periodo di grande fervore culturale. La popolazione poté usufruire dell’indottrinamento del filosofo Zhū Xī o Chu Hsi – 朱熹 (1130-1200), guida della Scuola dei Principi e fautore del neo confucianesimo, unendo elementi base del pensiero confuciano, taoista e buddista. Egli fondò l’Accademia Yannan – 燕南書院, ove diede lettura sull’essenza dell’Umanesimo e sul decoro. Durante la successiva dinastia Yuan, si iniziò la costruzione delle saline per fornire il minerale alle zone costali del Fujian. Tale attività si rivelò molto redditizia nel corso dei secoli successivi, permettendo alle famiglie impiegate nella lavorazione di arricchirsi e contribuire ulteriormente allo sviluppo dell’arcipelago.

Koxinga Shrine - 延平郡王祠 IMG_3708.JPGNel 1387 il dignitario Zhou Dexing marchese di Jiangxia, sotto l’imperatore Hong Wu della dinastia Ming, creò una cittadina, e la chiamò Kinmen. Vi si stabilì una guarnigione di un centinaio di uomini, a salvaguardia dello stretto e di Xiamen, Zhangzhou e delle isole Penghu. Precedentemente l’isola era conosciuta coi nomi di Wuzhou, Xianzhou, Wujiang, or Wudiao. La locazione dell’arcipelago lo rese un importante baluardo nella lotta contro i pirati che infestavano le zone costiere del sud della Cina. Alcuni fra gli abitanti di Kinmen, anche durante la successiva dinatia Qing, si distinsero in quest’ambito, ottenendo dall’imperatore riconoscimenti ed importanti titoli militari. Durante la dinastia Ming, Kinmen assunse una ancor maggiore importanza strategico militare, utilizzata da Zheng Chenggon (Koxiga) – 鄭成功 e dal monarca Lu, prima per combattere gli invasori Qing, e poi come testa di ponte per cacciare gli Olandesi da Taiwan.

Nel corso di tale dinastia e della successiva, la Qing, un discreto numero di abitanti riuscì a passare gli esami governativi, conseguendo diplomi ed elevando così la propria posizione sociale. Alcune delle insegne dei dignitari sono ancora oggi visibili nei cortili interni delle loro antiche abitazioni, all’interno dei tipici villaggi, grazie all’opera di restauro e conservazione.
Verso la fine della dinastia Qing, in conseguenza della guerra dell’oppio, il porto di Xiamen vene aperto al commercio con le nazioni europee. Molti abitanti di Kinmen lo utilizzarono come punto di partenza per recarsi in varie destinazioni, soprattutto nel Sud-est dell’Asia, in cerca di fortuna. Iniziò così la diaspora di Kinmen, che portò numerosi uomini a lasciare la propria casa, alcuni per sempre. La mancanza di manodopera causò non pochi problemi all’economia locale, già provata dal depauperamento boschivo indotto dall’alto consumo di legname utilizzato per la costruzione di navi per l’impero ed anche come materiale per l’edilizia. Tuttavia, coloro i quali fecero fortuna, non si dimenticarono della propria patria, ed inviarono continuamente denaro alle famiglie rimaste. Ciò permise la costruzione di sontuosi palazzi e di strutture pubbliche, come scuole, ponti e strade. Tuttavia una parte degli espatriati non fece mai ritorno: qualcuno morì, altri si costruirono una nuova vita, e si fecero delle nuove famiglie all’estero.
Nel 1915 Kinmen divenne una contea autonoma. Nel 1937 scoppiò il conflitto sino-giapponese, e per otto anni l’arcipelago rimase occupato dai Giapponesi (da qui venne scatenata l’offensiva verso Xiamen), ma a differenza di Taiwan, non venne mai ceduto, rimase parte integrante della provincia di Fujian.

La guerra civile

Con la fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, inizia la storia recente di Kinmen. L’esercito comunista e quello nazionalista, sino ad allora uniti per combattere il Giappone, fallirono nel raggiungere un accordo, e nel 1946 le ostilità ripresero. Nel 1949 Chiang Kai-shek con 2 milioni e mezzo di persone si ritirò a Taiwan, ma Kinmen ed un pugno di altre isole rimasero sottoil controllo dei nazionalisti. Nel 1949 le truppe di Mao Zedong tentarono, con uno sbarco a sorpresa, di invadere l’isola più grande, senza però riuscirvi: fu la celebre battaglia di Gǔníngtóu – 古寧頭之役, la prima di una lunga serie. Da allora Kinmen divenne di importanza fondamentale per Chiang Kai-shek, non solo come baluardo per bloccare un eventuale attacco verso Taiwan, ma anche per un eventuale tentativo di riconquista del continente.

flickr-32716558471.jpgNel 1954-1955 si ebbe la Prima Crisi dello Stretto di Taiwan, nel 1956 venne imposta la legge marziale (abolita soltanto nel 1992). Il 26 luglio 1950 scoppiò la Battaglia di Dàdān – 大膽 ed èrdān – 二膽 (中文) (nota anche come prima battaglia dei due isolotti; la seconda occorse il 26 agosto 1958, e viene spesso inglobata nella serie di eventi bellici in seno alla Battaglia d’Artiglieria del 23 Agosto 1958 – 八二三戰史館, in quanto si trattò essenzialmente di bombardamenti reciproci), e nel 1958 si ebbe la Seconda Crisi, che con bombardamenti alterni si concluse solo nel 1979. Il 21 luglio 1995 l’Esercito di Liberazione Popolare della Cina iniziò a sparare missili nelle acque a nord di Taiwan, e contemporaneamente iniziò una serie di esercitazioni a fuoco: tale episodio fu chiamato Terza Crisi dello Stretto di Taiwan e si concluse il 23 marzo 1996. I missili, secondo la propaganda di Pechino costituivano semplicemente dei test, ma in realtà si trattò di un palese tentativo di intimidire l’allora presidente della Repubblica di Cina, Lee Teng-hui, che avversava la politica di “Una sola Cina”, e di condizionare le elezioni politiche del 1996, ottenendo per altro il risultato opposto. A venti anni di distanza non si sono avuti più simili episodi. Le truppe nazionaliste mantengono nell’arcipelago ancora circa 10.000 uomini, ma le relazioni commerciali e turistiche avviate fra il governo locale e quelli delle città vicine, in particolar modo di Xiamen, hanno contribuito a rilassare il clima. Mentre i governi centrali giocano alla guerra, da quelle parti ne hanno avuto abbastanza, dall’una e dall’altra sponda.