Wáng Jīnchéng yánglóu - 王金城洋樓 | Kinmen Rising Project

Wáng Jīnchéng yánglóu - 王金城洋樓

flickr-31253852881.jpgNel villaggio di Hòuzhái - 后宅村 si trova un bellissimo edificio in stile occidentale, detto anche yánglóu - 洋樓. Si tratta dell'abitazione di famiglia di Wáng Jīnchéng - 王金城, un espatriato di Kinmen che fece fortuna in Indonesia. Come molti altri esponenti della diaspora di Kinmen, emigrò all'estero in cerca di fortuna, riportando a casa cospicui guadagni, che gli permisero di edificare la propria maestosa dimora. flickr-27182065308.jpgCome tutti gli altri dello stesso tipo, in giro per Kinmen, presenta uno stile architettonico con tipici elementi occidentali. Quest'ultimo deriva dallo stile coloniale in voga nel sud est del continente asiatico fra 1700 e 1900; per esempio le colonne, le decorazioni sulle facciate, le porte, le finestre, ed il tetto. Quest'ultimo, è circondato da un ampio terrazzo con colonnine, e probabilmente al di sotto si trova una piccola mansarda; flickr-40160441325.jpgin qualche modo dovrebbe quindi essere possibile accedere dalla mansarda al terrazzo. Dovrebbe, perché l'accesso all'interno dell'edificio è inibito, in quanto in ristrutturazione da diversi anni. I lavori sono realmente necessari in quanto lo stabile si trova in stato di abbandono da lungo tempo, e lo si nota chiaramente. Purtroppo per alcune parti sono già andate irrimediabilmente perdute, e rifarle ex novo non sarà certamente la stessa cosa. Oltre ai segni del tempo, la casa ha dovuto fare i conti con l'occupazione dalle truppe del Kuomintang, che non la trattarono certo coi guanti. All'interno se ne possono rinvenire le tracce, come le scritte ed i disegni sui muri.
flickr-30561094773.jpgLa costruzione è delimitata da un alto muro esterno in mattoni e pietra, con tipiche finestre in stile fujianese a quattro aperture. L'ingresso laterale è sormontato da un tozzo edificio quadrangolare a due piani con tetto a spiovente. I quattro angoli sono occupati da altrettanti pilastri con semplici capitelli. Al piano superiore forse era ospitata la servitù, che in tal caso avrebbe anche avuto il controllo dell'accesso. flickr-39244575460.jpgflickr-40344964674.jpgPassato l'ingresso ci si ritrova in un ampio cortile, ora pieno di erbacce e macerie. Tra di queste spuntano due strutture ornamentali gemelle. Si tratta probabilmente di due fontane o fioriere con basamento in granito, sormontato da finte rocce con tre picchi, che forse dovrebbe rappresentare una qualche celebre catena montuosa. Una è appoggiata al muro di recinzione, l'altra di fronte ad essa. flickr-40160497565.jpgLa presenza di rocce, dalla forma particolare nei cortili delle abitazioni è un elemento caratteristico soprattutto per le classi più abbienti del passato (come le sculture di giada all'interno), soprattutto dei nobili, e più tardi anche dei ricchi commercianti che tentavano di emularne il fasto. flickr-39244557610.jpgOltre alle suddette ed alle numerose piante infestanti, il cortile presenta anche alcune sculture di animali.
Da quest'ultimo si può ammirare la facciata dell'edificio principale in tutto il suo splendore. La maestosità della costruzione non può lasciare indifferenti, tuttavia si apprezza appieno il suo prestigio soffermandosi sui tanti dettagli. flickr-39244563410.jpgI pilastri quadrangolari presentano fusti lisci, mentre sia la base che il capitello sono ornati; in particolare sotto ai capitelli, nella parte superiore dei pilastri, sono state apposte decorazioni in stile vagamente arabeggiante, degli arabeschi, la cui forma slancia ulteriormente verso l'alto la costruzione, conferendole un'apparenza di maggiore importanza. Da notare che i pilastri proseguono sempre verso l'alto con elementi che sbucano dal contorno dell'edificio: pinnacoli od altri pilastri, un po' come accadeva con lo stile (neo)gotico europeo, con pinnacoli e guglie che si elevavano dalle mura perimetrali per raggiungere il cielo. Questo è un elemento caratteristico dell'architettura locale degli edifici a più piani in stile occidentale, gli yánglóu - 洋樓, proprio di quello stile barocco importato soprattutto da Spagnoli e Portoghesi nell’’800. D'altro canto non tutti gli yánglóu - 洋樓 di Kinmen presentano tali raffinati elementi, ne possiamo vedere diversi con una struttura più tozza e meno rifinita, segno tangibile di una minore ricchezza del proprietario. Va inoltre considerato che spesso tali edifici venivano inseriti in un contesto urbano già esistente, e pertanto il terreno a disposizione poteva non essere molto vasto. Non potendosi sviluppare in ampiezza, gli architetti quindi tendevano ad enfatizzare l'altezza per conferire maggiore maestosità alla costruzione e di conseguenza maggior prestigio al proprietario. Questa è tuttavia soltanto una mia personale ipotesi.
flickr-41011607312.jpgIn cima alla facciata principale campeggiano i resti di una grande scritta, 中華民國 - 廿一年, che significa "Repubblica di Cina - anno 21" ovvero il 1932, quando fu costruita l'abitazione. Gli espatriati rivendicavano con orgoglio le proprie origini ma non è comune rinvenire un così evidente segno di patriottismo da parte del proprietario su di un edificio, già in fase di costruzione. flickr-39244589310.jpgSopra ad alcune finestre poi possiamo ancora vedere due bandiere incrociate, una rossa col fiore del pruno ed una blu del Kuomintang (senza la stella). In alcuni casi i colori sono scomparsi, ma il motivo delle bandiere è ben evidente all'interno della cornice dell'arco trilobo che orna le finestre, richiamo questo alla cultura arabo - orientale che influenzò prima lo stile coloniale del sub continente indiano e poi si estese anche al sud est dell'Asia. A proposito di tali influenze, ricordando che il proprietario dello stabile era espatriato in Indonesia, non si possono non riconoscere altri elementi di tale genere sulla facciata. flickr-41011591552.jpgProprio sopra i tre gradini dell'entrata, si trova infatti un'architrave sorretta da colonne e pilastri; su di essa sono ben visibili delle figure umane. Le due più interne costituite da due guardie armate con un turbante in testa (probabilmente mercenari indiani che venivano assoldati dai ricchi Europei per proteggere i loro possedimenti), poi vi sono delle figure a cavallo. Sopra ai capitelli dei vari pilastri, da ogni lato visibile, si trovano altre figure umane. Per esempio si riconosce quella di una donna dal viso orientale ma con vesti occidentali; si riconoscono la gonna lunga, una specie di camicetta che lascia parzialmente scoperte le braccia, e scarpe con i tacchi. Poi una signora, sempre in abiti occidentali, senza testa, ma con un ombrello. Ancor più interessante un'altra figura che si trova frontalmente, a sinistra degli scalini, sempre sopra ad un capitello: si tratta di un uomo, che trasporta qualcosa sopra la testa, ed alle cui spalle sembra spuntare una sorta di fagotto: se la mia interpretazione è corretta, si tratterebbe della rappresentazione di un viaggiatore, o meglio di un migrante, quale era il proprietario della costruzione. Specularmente, sull'altro lato si trova invece un uomo con una specie di elmo piumato in testa, forse un ufficiale dell'esercito. Sempre sull'architrave che sovrasta l'ingresso osserviamo un altro elemento assai interessante. flickr-27182135078.jpgSi tratta di un paesaggio in tipico stile cinese (montagne, abitazioni, un ponte, alberi e nuvole) in cui però compare curiosamente un uomo in bicicletta! Con ruote di uguali dimensioni, pedali e trasmissione a catena. Tale mezzo di trasporto venne ideato nel 1884 in Gran Bretagna, ma per i Cinesi era ancora lontano il tempo in cui sarebbe diventato il più popolare mezzo di locomozione. Fino agli anni '30 esso non era ancora molto comune in Oriente, pensate che le prime biciclette cinesi furono costruite negli anni '50. Pertanto solo i ricchi Europei potevano permettersi il lusso di andare in giro per le strade delle città coloniali con le due ruote, con l'evidente scopo di mettersi in mostra. Aver visto una bicicletta dal vivo, fra la fine dell’’800 ed i primi decenni del '900, doveva essere allora motivo di grande vanto, un po' come noi quando su Facebook postiamo i selfie con gente più o meno famosa. Come la foto col VIP di turno permette a noi stessi di elevarci al di sopra del popolo bue, così l'immagine della bicicletta all'entrata della casa stava a significare che vi abitava una persona che aveva visto cose inimmaginabili per la comune popolazione locale.
flickr-26182595597.jpgOnnipresenti sono le decorazioni a tema floreale, che ritroviamo anche sulle piastrelle di ceramica sulla facciata frontale, al piano terra; queste si trovano spesso sia sugli edifici in stile occidentale che in quelli di stile fujianese, specialmente templi ed edifici di prestigio. Oltre ai motivi floreali, sulle piastrelle troviamo anche degli aironi in stile vagamente giapponese, contornati da spirali greche, altro richiamo esotico.
L'entrata vera e propria è sovrastata da una scritta, 太原衍派 - Tàiyuán yǎn pài, che corrisponde al nome del clan più grande della famiglia Wáng. Esso si riconduce alla casata reale degli Zhou, della dinastia omonima, originariamente chiamati Jī - 姬. Una parte cadde in disgrazia, ma per richiamare le loro nobili origini, si fecero chiamare Wáng, cioè monarca, re, principe. Ciò accadde sotto il regno di Zhōu Líng Wáng - 周靈王 (571-545 a.C), ventitreesimo regnate della casata Zhou, undicesimo della dinastia Zhou orientale. Tra la fine della dinastia Qin e l'inizio della Han, Wáng Yuan e Wáng Wei, figli del marchese di Wuchen Wáng Li, si spostarono a Langye nello Shandong e Taiyuan nello Shanxi.Da allora i due rami si svilupparono nelle famiglie Wáng di Langye e Taiyuan. In Cina, il 90% dei Wáng ha avuto origine dal clan Jī - 姬. Ovviamente poi, col passare del tempo, i membri si sparsero ovunque, anche oltre i confini cinesi.
Gli stipiti laterali presentano scolpita una frase ormai sbiadita presa in prestito dalla letteratura cinese classica: 訪歐陽子茅簷竹舍,樂司馬公綠水青山. Letteralmente si può tradurre come:

"Visita il cottage con un tetto di paglia e fatto di bamboo di Ouyang Xiu (storico, statista e poeta della dinastia Song),
    Goditi Sima Guang (storico, statista, poeta della dinastia Song), le acque limpide e le montagne verdi"

Il significato si può riassumere come segue: il proprietario della magione ha una filosofia di vita amante della libertà, ammira storiche figure letterarie come i poeti Ouyang Xiu e Sima Guang, e gode di un'esistenza pastorale, quindi semplice ed immersa nella natura (NdA: grazie a HuiJu per la spiegazione, 謝謝).

flickr-31253844361.jpgLa pianta dello stabile è, dicono, a forma di tartaruga. Il gran numero di spazi vuoti, creati dai pilastri, dai balconi coperti, dal particolare rosone centrale, dalle numerose finestre di diversa foggia e dai parapetti costituiti da piccole colonne, conferiscono una maggior leggerezza senza però scalfire la sensazione di maestosità. Un aspetto un po' curioso degli yánglóu - 洋樓, che anche qui non manca, è la presenza di richiami a stili architettonici diversi. Del barocco ho già detto, qualche richiamo addirittura la rococò si potrebbe intravedere nelle figure animalesche sul tetto ed in alcune decorazioni sparse qua e là, dell'influenza araba che si ritrova nella cornice triloba delle finestre, negli arabeschi sui pilastri e nei disegni sulle piastrelle, sempre comunque inseriti nel barocco, ho pure accennato. Tuttavia non può non risultare evidente l'estrema spigolatura di alcune forme, l'accentuazione delle precise geometrie e simmetrie nello spazio, totalmente l'opposto degli elementi propri del barocco. flickr-39244541520.jpgTetti a spiovente ad angolo ottuso, cornici delle finestre con tettoia altrettanto a spiovente, non possono non rimandare allo stile neoclassico europeo, o più propriamente al neogreco che venne introdotto nella seconda metà del XVIII secolo. In questo caso possiamo notare l'assenza di archi, elemento caratterizzante dell'architettura romana e quindi neoclassica romana, e pertanto ci si può riferire più propriamente allo stile neogreco. Può apparire insolita la presenza di stili architettonici del '600 e '700 in edifici più moderni (si consideri che la diaspora di Kinmen iniziò ufficialmente nel 1860, quindi molto più tardi); una possibile interpretazione è che la colonizzazione del Sud Est Asiatico da parte degli Occidentali ovviamente non avvenne in un mese, ma si prolungò per centinaia di anni; la strada era lunga, i territori estesi, e pertanto quando una novità arrivava nelle colonie, in Europa magari era già vecchia (leggi: moda). Poi va calcolato che lo stile coloniale, per definizione, presentava alcuni elementi caratteristici, provenienti dal passato. Infine va considerato anche l'estro dell'architetto, che se anche non arrivava al livello di costruire chiese a forma di scarpa col tacco a spillo, poteva dare sfogo alla propria creatività. Il risultato di tutto ciò, come si può vedere, è uno stile architettonico senza eguali, né a Taiwan, né nelle ex colonie, seppure i richiami siano evidenti. I ricordi e le esperienze si sono fusi e rimescolati, ottenendo qualcosa di nuovo, un po' pacchiano magari per i nostri gusti, ma estremamente interessante ed articolato.
flickr-40160485115.jpgL'abitazione venne costruita, come detto dal 1932, ed ultimata tre anni più tardi. Del progetto e dei lavori venne incaricata della manodopera specializzata proveniente da Gǔlàngyǔ - 鼓浪嶼, presso Xiàmén - 廈門. All'esterno si trova uno spiazzo, utilizzato come parcheggio e campo da basket; tenendo l'entrata alle spalle, di fronte ed un po' a destra, si trova un altro yánglóu - 洋樓. Si tratta di Wáng Rénjí yánglóu - 王仁吉洋樓, il fratello di Wáng Jīnchéng - 王金城. Anche lui era espatriato in Indonesia, e la sua casa venne costruita nel 1934, ultimata più di tre anni più tardi, e soggetta a varie ristrutturazioni. Attualmente è abitata, lo si nota anche dalla cura del giardino antistante.

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